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I castelli di Barletta e di Trani, dopo i recenti restauri,1 si presentano oggi come due tra gli edifici castellari più imponenti e nelle migliori condizioni di Puglia e dell’intero Mezzogiorno. Il loro aspetto odierno è il risultato di numerose modifiche, aggiornamenti e adattamenti funzionali, restauri passati e recenti.2
Entrambi gli edifici hanno ricoperto per secoli un ruolo politico e militare ben delineato. Basterà ricordare che ancora nell’ultima guerra mondiale il castello di Barletta fu coinvolto in un combattimento tra truppe tedesche e quelle italiane del presidio che tra il 9 e il 12 settembre del 1943 rifiutarono di arrendersi senza prima tentare una resistenza. Fino a quei giorni il castello aveva assolto ad una delle funzioni tradizionali attribuitegli nei secoli: deposito di vettovaglie e munizioni per le truppe impegnate nei Balcani e nel Mediterraneo Orientale.3
Pur possedendo caratteristiche comuni come la posizione decentrata rispetto al nucleo urbano, l’essere posti lungo la linea di costa, l’inserimento nel circuito murario cittadino in uno dei suoi punti più deboli, la vicinanza al porto4 e la pianta quadrilatera, i due castelli sono differenti sotto molteplici aspetti e per questo si procederà ad una trattazione separata.
1 I restauri del castello di Barletta sono terminati nella seconda metà degli anni ’80. I risultati dei restauri e delle ricerche: M. Grisotti, Barletta. Il Castello. La storia, il restauro, Bari 1995, (d’ora in poi Grisotti). Su la “ricostruzione” angioina: E. Sthamer, Dokumente zur Geschichte der Kastell-bauten. Kaiser Friederichs II. und Karls I. von Anjou (Erganzungsband II di Die Bauten der Hoenstaufen in Unteritalien), band II, Apulien und Basilicata, Leipzig 1926 (d’ora in poi Sthamer, Dokumente), docc. 648-712, pp. 39-57, (Castrum Baroli). Si preferirà usare la numerazione e i documenti raccolti dallo Sthamer, ripresi alla lettera dai Registri della Cancelleria Angioina, tenuto conto della unità della serie di documenti.
2 Sulla persistenza dei luoghi fortificati attraverso i secoli vedi M. Sanfilippo, Le città pugliesi dall’XI al XV secolo: continuità e persistenza negli insediamenti difensivi, in Idem, Medioevo e città nel regno di Sicilia e nell’Italia comunale, Messina 1991; Idem, Continuità e persistenze negli insediamenti difensivi, in La Puglia tra Medioevo ed Età moderna. Città e campagna [Civiltà e cultura in Puglia, III], a. c. di C.D. Fonseca, Milano 1981, pp. 73-117, e Ibidem, Fortificazioni murarie e castelli, pp. 92-96: “fin dall’inizio erano stati scelti siti privilegiati in rapporto al controllo delle città e della rete viaria”, p. 92.
3 Sui castelli utilizzati come deposito di armi e munizionamenti R. Licinio, Castelli medievali. Puglia e Basilicata: dai Normanni a Federico II e Carlo I d’Angiò, Bari 1994, p. 244. Viene mandato presso il castello di Barletta il magister Johannis, fabbro del re (fabri nostri), per requisire 100 pezzi di ferro e di “aczaro”, se ci sono, ed eventuale altro materiale di lavorazione, perché sia portato all’esercito: I Registri della Cancelleria Angioina ricostruiti da Riccardo Filangieri con la collaborazione degli archivisti napoletani, XLII volumi (1265-1292), Napoli 1950-1995, (d’ora in poi RA), vol. I, p. 249, n. 221. Filippo Santa Croce, può prendere dal castello di Barletta quanti “quarellis” gli servono per approntare la galea ordinatagli (RA, V, n. 297, p. 68, a.1270). Il re concede a Filippo Santa Croce, protontino di Barletta e Monopoli, la custodia del castello di Barletta in qualità di “contergium”, con le armi, le vettovaglie e le altre cose conservatevi (RA, V, n. 108, p. 126, a. 1269-70). Per gli avvenimenti del settembre 1943: S. Santeramo, Barletta durante l’occupazione tedesca, Barletta 1945; G. D’Amato, L’occupazione tedesca a Barletta, Trani 1973; M.G. Tarantino, 8 settembre 1943. L’armistizio a Barletta, Margherita di Savoia 1995.
4 Caratteristiche peraltro comuni agli insediamenti castellari di età normanna e di parte degli edifici svevi nelle città di mare: F. Bocchi, L’autonomia e la repressione: castelli urbani e città nel regno di Sicilia in età federiciana, in Atti delle quinte giornate federiciane (Oria, 10-12 ottobre 1980), Bari 1983, pp. 74-76.