E' nata il 21-6-1959 a Misilmeri (Palermo). Dal 1977 vive e lavora a Prato. Al suo attivo numerose personali, collettive e manifestazioni varie. Dopo un lungo e volontario esilio Ina Ripari tenta di tornare alla ribalta proponendosi nuovamente sulle scene artistiche. Cosa è cambiato nel suo linguaggio artistico e cosa può rendercela sempre attuale e sempre interessante. A prima vista può sembrare la solita Ina Ripari pessimista concettuale da sola contro il mondo. Ma vi è in questa nuova produzione qualcosa di vitale di diverso un nuovo modo di comunicare. E' sempre maggior desiderio di portare l'attenzione di tutte le miserie del mondo che ci circondano. Questa lunga assenza ha fortificato in lei la convinzione che gli artisti hanno un ruolo sociale non solo ludico o estetico. Ma un pungolo per la società, una voce critica. E i tempi bui che stiamo vivendo hanno proprio bisogno di farsi sentire di comunicare di evitare che questa società si avviti su se stessa priva di pilastri priva di valori. Dobbiamo essere un faro e qualsiasi sia la forma di comunicazione artistica che si sceglie illuminare il mondo farlo uscire dal tunnel in cui si è cacciato. Ina Ripari con le sue opere ha sempre cercato di essere concreta con i suoi principi etici e ha usato la sua arte per gridare la sua rabbia ed esprimere il suo disappunto davanti a una società indifferente.
CIVILTA' EVOLUTE
tecnica mista su tela
cm 30 x 30
2007
INA RIPARI lavora da sempre, ma è come lavorasse da pochi anni. Ina Ripari, anzi, lavora da pochi anni, ma è come se lavorasse da pochi giorni. Insomma Ina Ripari sta crescendo come artista, impetuosamente, anche se, a prima vista, senza rabbia. Aveva cominciato per gioco: disegni per bambini, ricordi letterari, personaggi immaginati sulle pagine di Hesse, sui ricordi díinfanzia o sulle epopee realistiche del concittadino Guttuso. Esercizi di stile del tutto eclettici, che possono essere dimenticati. Poi qualcosa deve essere successo, perchè in poco tempo quegli scherzi sono diventati studi sulla materia e sul colore. Sappiamo che Ina ha fatto parte del gruppo pratese che va sotto il nome di Arteria. Da Arteria Ina aveva assimilato una ferrea attenzione allíintegrazione fra strati matrici e sostanza coloristica dell'opera, ma, rapidamente, ha cercato di superare quella fase, allontanandosi peraltro dall'esperienza con il gruppo per ragioni che non ci è dato sapere. Il brusco intermezzo che ha determinato i vistosi cambiamenti di stile del periodo recente, vistosi perchè segni evidentissimi di una maturità raggiunta in modo incredibilmente rapido, è stato dunque il contatto con il gruppo pratese o piuttosto l'interruzione dei rapporti con esso? E' difficile dirlo. Sta di fatto che adesso siamo di fronte finalmente ad un'artista che, se ancora non è del tutto padrona dei suoi mezzi tecnici (lei stessa sa che sotto questo aspetto non si imparerà mai abbastanza), è invece pienamente cosciente della propria volontà espressiva. La materia è allora diventata il pretesto di una totale libertà di azione, il colore è quasi del tutto scomparso, assorbito da un nero denso, come pece, venato però da rosse striature,come rivoli di sangue caldo sull'asfalto, come urla nel silenzio, se non fosse che la compostezza estetica delle opere nega, piuttosto che evidenziare , qualsiasi dramma. Ina torna cosi a riflettere su idee che furono di dada, e poi dei "nuovi realisti" francesi: recupera perfino i rifiuti, quelli veri e propri, le cose buttate via, quelli meno evidenti della nostra coscienza, la somma delle sensazioni che ci rifiutiamo scioccamente di provare e dei sentimenti che altrettanto scioccamente cerchiamo di nascondere. Sono i residui socialmente inutili ma artisticamente validi di una metropoli di rottami e di cemento; sono bugie dalle gambe corte, che l'artista smaschera in ogni brandello di stoffa, in ogni blocco di cemento sgocciolato di vernice, nello specchio rotto che a qualcuno è costato sette anni di guai, nella bottiglia cui viene negata la trasparenza perchè diventi scultura, nel filo di fero di un paralume che somiglia a una mongolfiera, nei dadi e nei bulloni affondati nel bitume, nel polietilene che avvolge ogni cosa con i suoi contorti irregolari, materia potente e bellissima, nel contesto dell'opera e nel suo apparente disordina, tanto quanto sembra effimera e orribile nel contesto originario, apparentemente perfetto, della busta del supermercato. Al di là della dimensione poetica,possiamo inoltre rivedere in queste opere recenti parte del dibattito artistico in atto, constatazione che fa di Ina Ripari un personaggio da tenere sotto controllo con estrema attenzione, un'artista di cui sarà interessante seguire gli sviluppi anche soprattutto per avere un elemento in più attraverso cui comprendere a cosa si indirizza l'arte di oggi.
Mario Rotta
FOLLIA MULTIMEDIALE 2_4
tecnica mista su tela
cm 20 x 20
2007
FOLLIA MULTIMEDIALE 3_4
tecnica mista su tela
cm 20 x 20
2007
FOLLIA MULTIMEDIALE 4_4
tecnica mista su tela
cm 20 x 20
2007
Ina Ripari
Posta elettronica: agari59@yahoo.it