Il senso critico
Un aspetto non del tutto chiaro della condizione culturale della nostra penisola mediterranea è la capacità critica di ciascuno di noi e, la stessa, in relazione con gli argomenti intellettuali confrontati con la “critica” ufficiale. Mi spiego per gradi.
Il senso critico generale.
In una situazione culturale generale non propriamente alta e nel “relativismo” moderno di cui tanto si parla, si può notare una variegata fantasia di opinioni nel valutare il mondo che ci circonda. Non possedendo quasi più le radici culturali che ci appartenevano, ci si barcamena con dei giudizi basati esclusivamente su esperienze autobiografiche. Sembra che la valutazione e la percezione della realtà non sia più oggettiva, ma soggettiva. Questo a mio parere lo si è voluto di proposito per sgretolare una identità culturale fatta di storia intensa e di un patrimonio artistico di raro valore storico per avvantaggiare l’opinionismo come valore in se e far emergere anche l’opera d’arte mediocre, come prodotto di alto livello. In poche parole in questo modo “tutti sono bravi” a fare tutto.
Ebbene, se io autorizzo tutti a pubblicare un giudizio personale come se fosse valido o di fonte accreditata, creo un falso e autorizzo un qualsiasi portabandiera a raggruppare coloro che hanno idee che si assomigliano a creare una fazione credibile. Credibile a tal punto da diventare indiscussa.
La diversità culturale è ben altra cosa che la diversità di opinione, questo tentativo di confondere le due cose è un attentato all’identità degli individui. La straordinaria bellezza che emerge da una diversità culturale è fatta di elementi di storia dalle profonde radici che si uniscono per un concetto nuovo o un’idea eccezionale.
Il senso critico nell’arte.
Ecco che l’arte non è passata indenne da questa situazione precaria.
Travisando il senso critico con l’opinione abbiamo fatto diventare critici d’arte chiunque abbia la capacità di usare molti aggettivi con un linguaggio sciolto persino davanti ai media.
Chi è il vero critico d’arte? Mi permetto di ricordare al lettore che soltanto una persona con un solido bagaglio di conoscenze e saggezza, ricercatore e studioso con alle spalle fior di articoli di alto livello e pubblicazioni su riviste specializzate e, se possibile, anche artista può godere di credito. Il bravo venditore rimane un bravo venditore, spetta a noi riconoscerne le credenziali. Tuttavia ciascuno di noi può sviluppare un piccolo senso critico verso l’arte e in particolare l’arte contemporanea. Basta documentarsi prima di andare a visitare una mostra, leggere molto è la prima regola. Consultare libri di pregio. È importante anche seguire attentamente la guida (si spera preparata) all’interno di un museo o di una galleria d’arte. Un gallerista ha il dovere di essere intellettualmente preparato, perché è facile fare il venditore piazzista, ma difficile è evidenziare il talento. Anche se devo dire che questa non è l’epoca più felice per i talenti.
La ricerca alla base di tutto.
Oggi è opinione diffusa che la bellezza sia legata strettamente al gusto o, più propriamente, al gusto personale. Perciò se metto insieme dieci persone che hanno gli stessi gusti, questi “dettano legge” e possono stabilire indiscutibilmente cosa sia bello e cosa no. Pare che il singolo individuo non sia più in grado di capire cosa gli piaccia oppure no, gli serve l’appoggio di un’altro parere per avere una conferma o un dissenso. L’artista si trova dunque in un bivio culturale, o seguire le orme delle tendenze e quindi anche le idee altrui o seguire le idee proprie con uno stile esclusivamente unico e personale. La prima strada è indubbiamente più facile perché ci assicura consensi, ci garantisce notorietà e di conseguenza la vendita. Inoltre è più facile perché non si è costretti a fare alcuna ricerca o preparazione particolare, basta seguire la corrente. Se uno inventa con grandi sforzi concettuali una estetica fatta di tele tagliate, ecco che parte un intero filone di artisti “unidirezionali” che sfruttano in vario modo l’idea di base. Fontana non era certo il primo arrivato eppure anche con lui l’effetto domino ha fatto il suo decorso. Il genio in questo caso rimane solo Fontana e non i suoi seguaci. Dunque qual’è il valore di questa strada artistica?
Ci sono invece artisti che svolgono approfondite ricerche storiche e stilistiche per capire le motivazioni e la forza comunicativa delle varie correnti artistiche, svolgono accurate indagini sulla realtà contemporanea, misurano il sentimento contemporaneo della civiltà, vedono al di là della realtà apparente e ne fanno una radiografia. Insomma dietro le opere d’arte di questo tipo di artisti esiste una turbolenta sofferenza che non ha paragoni con l’altro modo di fare arte. Ne scaturisce di conseguenza una maturità artistica di alto valore e le opere d’arte coinvolgono ed emozionano l’osservatore anche se l’opera d’arte appare minimalista. Da tutto ciò scaturisce come naturale conseguenza un iconografia e una strutturazione dell’opera d’arte completamente nuova, originale, mai vista e non collocabile in un frangente o corrente di pensiero già esistente.
Lascia una risposta